Parola d’ordine: CITTADINI
Scritto il 13 Marzo 2008
Pubblicato su Vertenza
Falconara sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia.
Dissesto è la parola che caratterizza questo particolare momento. Spesso si parla di dissesto riferendosi soltanto alla crisi finanziaria del Comune, senza rendersi conto che in realtà, il dissesto riguarda l’intera società civile, il territorio, la politica e la democrazia.
Per fare fronte a questa situazione è indispensabile porre al centro di un programma un’altra parola: RISVEGLIO.
Risveglio implica l’inversione di rotta, un rinnovamento del modo di concepire l’amministrazione pubblica, del fare politica e dell’identità stessa della nostra città.
Per rinnovamento Noi di Cittadini in Comune intendiamo:
a) batterci per la TRASPARENZA, eliminando il sistema clientelare costruito dalla Casta dei partiti e gli sprechi;
b) introdurre il principio di PROGETTUALITA’, che si traduce in efficienza, pianificazione, competenza, capacità di esportare la qualità dei servizi;
c) attuare il principio della SOLIDARIETA’ CIVILE, proprio delle associazioni e movimenti di cittadini, chiamando i falconaresi a partecipare attivamente e sentirsi parte della cosa pubblica;
d) introdurre il principio della PARTECIPAZIONE: consentire ai cittadini di decidere il proprio presente ed il proprio futuro, senza cambiali in bianco ai figuranti della politica che rispondono in primo luogo agli interessi delle segreterie di partito.
Il detto popolare ammonisce: le cerque non fà le melarance (le querce non fanno arance). Così i partiti che fanno parte della Casta, possono cambiare nome e simbolo, ma non il loro modo di essere e di agire.
Il dissesto va evitato, ma non al costo di compromettere il territorio e la salute, non al prezzo della vendita dei servizi essenziali, della storia e della cultura, della dignità della nostra comunità. I partiti ci hanno già indebitato almeno per i prossimi 30 anni. Probabilmente, considerata la situazione, non si può fare a meno di un intervento di sostegno esterno alla realtà locale. Un intervento che può venire solo dalle istituzioni statali e regionali e che non va visto come un’elemosina, ma come riscatto del debito che l’intera Regione ha maturato nel corso degli anni verso Falconara.
Debito che i partiti non hanno mai rivendicato, preferendo vendere questo territorio per tutelare i loro interessi, fingendo di non vedere il sacrificio che questa terra è chiamata a sopportare per il ruolo di servizio offerto all’intera regione. Un sacrificio in termini di salute, di inquinamento, di valore degli immobili, di degrado sociale per il quale i partiti che siedono al governo della Regione non ci hanno mai riconosciuto nulla.
Basta. Diamo ai cittadini ciò che è dei cittadini.
La vertenza Falconara nasce da questa consapevolezza e dalla presa di coscienza dei cittadini: gli unici timonieri che possono invertire la rotta, verso una politica locale di buon senso rivolta al bene comune.