Piano di Protezione Civile Comunale: ecco le prove della scarsa responsabilità nel metodo e nella sostanza dell’Amministrazione Signorini! Una sola Commissione di un’ora e mezza (ancora non verbalizzata!) dedicata all’illustrazione del Piano e alle osservazioni dei Consiglieri comunali. Il Consigliere Calcina: “Signorini & Rossi non hanno cercato collaborazione ma ottusi ratificatori! Ecco perché, insieme agli altri Consiglieri di minoranza, sono uscito dall’aula al momento del voto”! Pubblichiamo le 3 osservazioni che CiC/FBC/SAF hanno inutilmente svolto in Commissione e le altre 4 per le quali non ci è stata data la possibilità di illustrazione e valutazione.
Scritto il 27 Dicembre 2019
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini, Consigli Comunali, Salute e sicurezza
Pubblichiamo alcune problematiche che come CiC/FBC/SAF avremmo voluto approfondire per concorrere a migliorare il Piano della Protezione Civile.
Purtroppo ai Consiglieri comunali è stata concessa una sola possibilità per proporle e valutarle con i Tecnici designati dall’Amministrazione comunale: la riunione congiunta delle Commissioni consiliari II^ e V^ del 3 ottobre 2019 convocata per le ore 17,30 e conclusasi alle ore 19. In quell’unica occasione, dopo l’illustrazione del Piano da parte dell’ingegnere incaricato dall’Amministrazione Signorini, sono iniziate le domande, le osservazioni e le prime valutazioni da parte degli 11 Consiglieri comunali e, a nome di CiC/FBC/SAF ho avuto il tempo di sollevare solo i punti 1 – 2 e 3.
A tutt’oggi non è stato neanche pubblicato (né abbiamo ricevuta la copia provvisoria) il verbale di quella seduta a testimonianza della sciatteria dell’Amministrazione comunale Signorini.
Ma dalle contro deduzioni dei Tecnici consegnateci il 17 dicembre (24 ore prima del Consiglio comunale!) quelle nostre 3 osservazioni non sono state valutate e, comunque, sul Piano non risultano inserite.
Le altre 4 osservazioni non ho avuto la possibilità di formularle né di discuterne con i Tecnici incaricati.
Infatti, data la volontà collaborativa di concorrere alla migliore proposta possibile di Piano, ci saremmo aspettati la convocazione di altre riunioni di Commissione per continuare con osservazioni e proposte e per valutare anche le osservazioni e proposte pervenute dai cittadini e dalle associazioni.
Ma l’Amministrazione Signorini ha commesso l’ennesima negligenza: la negazione ai Consiglieri comunali di continuare a proporre le osservazioni e di valutare – insieme ai tecnici incaricati – le osservazioni pervenute dalle associazioni che, da Regolamento, avrebbero potuto essere convocate in audizione per esplicitarne i passaggi meno chiari.
In base a questo meschino metodo escludente, il 18 dicembre l’Amministrazione comunale Signorini ha preteso l’unanimità del Consiglio comunale per la mera ratifica del Piano di Protezione Civile.
Ma noi di CiC/FBC/SAF non siamo stati eletti per ratificare; non capire ed adeguarsi probabilmente è il ruolo che hanno accettato i Consiglieri di maggioranza!
Noi abbiamo il mandato dei cittadini e il diritto/dovere sancito dal Testo Unico degli Enti Locali di controllare e formulare indirizzi che possono essere anche respinti, ma con motivazioni verbalizzate e conoscibili dai cittadini.
Pertanto, lo scopo della richiesta di rinviare l’approvazione del Piano di Protezione Civile di un mese (formulata con gli altri colleghi dell’opposizione) ha obbedito soltanto al dovere di contribuire al miglioramento del Piano stesso.
Dunque, la “scarsa responsabilità“ che ci attribuisce l’Assessore Clemente Rossi è qualità che attiene alla sua Giunta e al suo Sindaco dall’inizio della consiliatura.
CiC/FBC/SAF hanno fatto ogni sforzo per votare un Piano condiviso, ma la condivisione si deve volere in due o più di due.
La Giunta Signorini ha preferito non condividere ed indurre le opposizioni ad astenersi o votare contro il Piano.
L’uscita dal Consiglio al momento del voto è stato un atto politico di condanna nei confronti del metodo politico del Sindaco, della sua Giunta e dei suoi Consiglieri di maggioranza.
Le osservazioni (1-2-3) di CiC/FBC/SAF proposte in Commissione e quelle (4-5-6-7) impedite dalla mancata convocazione delle
1) Riguardo al rischio sismico non è stato affatto considerata la possibilità del maremoto. Abbiamo più volte documentato e ricordato (anche alla Prefettura di Ancona) che il terremoto del 30 ottobre 1930 ha causato << il più importante maremoto storico (tsunami di grado I 4, “strong” secondo la scala Sieberg-Ambraseys; Ambraseys, 1962) della costa marchigiana. Tale maremoto produsse notevoli effetti nel porto di Ancona: i giornali dell’epoca riferiscono di una improvvisa “alta marea” e un mare “ribollente”. Una nave americana ruppe gli ormeggi e fu scaraventata contro il molo, subendo danni consistenti. I moli stessi furono anch’essi gravemente danneggiati (Boschi et alii, 1995; Maramai et alii, 2007). Il rischio relativo a tsunami di origine sismica, sia associati a terremoti locali (es. Senigallia 1930), sia associati a terremoti distanti (localizzati nelle aree costiere o marine dalmate, albanesi ed elleniche) è significativo nell’area costiera marchigiana e va tenuto nella debita considerazione (Tiberti et alii, 2009) >>.
2) In fase di emergenza non è sufficiente affidare la comunicazione ad una sola emittente radio in FM. Avevamo chiesto che almeno due dovrebbero essere le emittenti radio coinvolte nella comunicazione in fase di emergenze.
3) Nel Piano, tra la descrizione delle caratteristiche meteoclimatiche del territorio falconarese, manca completamente la problematica dei venti che è importantissima di fronte ad emergenze con incendi o diffusione di nubi tossiche. Quali sono i venti prevalenti? Esiste una contestazione di più soggetti alla scheda licenziata recentemente dalla Prefettura sul PEE della raffineria API che considera da Ovest i venti prevalenti su Falconara. La questione va assolutamente approfondita.
4) Tra i Rischi industriali e da impianti non può essere contemplata solo la raffineria API ma dovrebbero essere considerate anche la Ditta Casali, la Ditta Bufarini e, vista la collocazione al confine con il territorio di Falconara, anche la ditta SEA (SEA e Bufarini trattano rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi)! Conseguentemente dovrebbe esserci un Piano di Protezione civile per il rischio industriale differente da quello della raffineria API (dato che soltanto questa è a rischio di incidente rilevante).
5) E’ sottostimato considerare quello industriale un grado di rischio moderato. Se dal 2006 si sono verificate 2 esondazioni dai fossi e, quindi, il grado di rischio idrogeologico è classificato elevato, perché quello industriale non dovrebbe essere considerato elevato dato che dal 2006 ci sono stati 3 incidenti industriali che hanno coinvolto il territorio falconarese? Ricordiamoli: 2006 nube tossica dalla SEA – 2015 incendio ditta Casali – 2018 esalazioni tossiche del TK61 raffineria API.
6) Non ci risulta sia stato preso in considerazione anche il fosso Castellaraccia tra quelli che potrebbero rientrare nel rischio idrogeologico.
7) Se nelle brochure che suggeriscono i comportamenti da adottare individualmente e collettivamente in caso di inondazione si suggerisce di “stare lontano dai sottopassi, dalle zone vicino agli argini … di raggiungere in fretta i piani più alti della propria casa”, le seguenti AREE DI ATTESA “di prima accoglienza delle persone“ – parco via Flaminia Villanova – parco via Fiumesino – parco via Clementina – campetto via Scirocco Rocca Priora – non sono troppo vicine al fiume Esino ed al mare? Perché non vengono ripensate ed individuate più a monte?
Loris Calcina – Capogruppo consiliare Cittadini in Comune/Falconara Bene Comune e SiAmo Falconara Sinistra in Comune