L’urbanistica è alla deriva

Scritto il 8 Agosto 2008 
Pubblicato su Consigli Comunali, Infrastrutture e Territorio

Nell’ultimo Consiglio comunale sono state discusse le osservazioni ad alcune delle varianti urbanistiche adottate dal Commissario straordinario, senza alcuna discussione politica.

Nonostante ci fossimo dichiarati contrari a queste varianti in quanto adottate all’oscuro dei cittadini, abbiamo voluto fornire dei contributi migliorativi, entrando nel merito di alcune questioni.

La variante relativa alle norme per l’edificazione in ambito extraurbano intendeva sottoporre alcuni edifici colonici a piano di recupero al fine di controllare la qualità degli interventi di trasformazione previsti. Tuttavia, con un’osservazione d’ufficio, l’ambito soggetto a Piano di recupero, invece che essere individuato sulla carta, è stato fatto coincidere con la particella catastale del fabbricato rurale. Così facendo, qualora esistano edifici adiacenti al fabbricato ma esterni alla particella, questi sarebbero esenti dall’obbligo del piano di recupero, che finirebbe così per non servire a controllare proprio quei complessi di edifici che devono essere maggiormente controllati, in quanto potenzialmente in grado di trasformarsi in vere e proprie lottizzazioni isolate in aperta campagna.

Abbiamo presentato un emendamento in cui si chiedeva che nel caso sopra detto, l’obbligo del piano di recupero fosse esteso a tutti gli edifici facenti parte di un complesso o di una aggregato edilizio.

In sede di dibattito, il Consigliere Fiorentini (PdL) si dichiarava contraria alla proposta avanzando motivazioni completamente estranee a quanto richiesto, affermando che così facendo le norme si complicavano (e perchè?) e che addirittura si sarebbe esteso l’uso residenziale anche agli edifici adiacenti al fabbricato rurale, cosa totalmente falsa in quanto l’obbligo di un piano di recupero è un aspetto attuativo che non influisce in alcun modo sulle destinazioni d’uso! La Fiorentini quindi non ha capito nulla di quanto da noi proposto (per incompetenza? perchè mal consigliata?) ma ha votato contro ad una cosa che invece migliorava il raggiungimento degli obiettivi della variante! E con lei, come pecore, hanno votato ciecamente tutti i consiglieri della maggioranza! (Quelli del PD almeno, non capendoci nulla, si sono onestamente astenuti).

Poi è stata la volta della variante sulla viabilità a Castelferretti – zona Ciaf – che in realtà era la ridefinizione di un ambito già previsto dal PRG con l’introduzione di alcune “modifiche” che interessano i privati, come l’incremento dell’altezza da 12 a 14 metri per fare l’albergo Bilancioni e l’inserimento dell’uso residenziale in un comparto tra villa Ferretti e la COPAV, che occupa una parte di area che il PRG prevedeva a verde. Una variante dove non si riesce a trovare l’ombra di un qualche pubblico interesse .

Allora ho provato, con una osservazione, a suggerire alcuni spunti di vero interesse pubblico: la strada potrebbe diventare una vera arteria di scarico di via del consorzio, se adeguatamente studiata come via alberata e dotata di parcheggi e servizi. Gli usi commerciali di servizio potrebbero essere portati sul fronte strada. Essendo area destinata ad usi prevalentemente produttivi allora potrebbe essere spostato qui buona parte del PIP previsto a Castelferretti ma bloccato dal PAI, consentendo agli artigiani di individuare finalmente gli spazi produttivi che aspettano da tempo.

Alcuni di questi suggerimenti hanno colpito l’attenzione degli uffici e dell’amministrazione e sono stati accolti, ma solo parzialmente….

La strada e la dislocazione degli usi verranno studiati in sede di attuazione. In altre parole sarà cura dei privati inserirle nei loro piani di attuazione, come a loro piace.

Riguardo al PIP: “toh! è una buona idea…. ci penseremo a settembre”, ha risposto l’amministrazione.

C’è da chiedersi come mai il problema del PAI sia stato così sentito per le esigenze edilizie di un Bilancioni arrivando a predisporre ardite varianti per dislocare l’edificabilità in aree soggette a vincolo ambientale, mentre la concreta possibilità di trasferire il PIP in un’area disponibile, già prevista dal PRG sia sfuggita ai tecnici ed ai politici che governano l’amministrazione pubblica. E come mai questa amministrazione pubblica si trova a individuare contenuti di interesse pubblico solo grazie al suggerimento dei Cittadini in Comune!

Davvero una strana idea dell’urbanistica quella che vive nelle stanze del castello! Un’idea che vede soltanto le proposte dei privati e non vede l’interesse pubblico. Un’idea che pensa sia superfluo discutere con i cittadini delle scelte riguardanti il loro territorio e che tratta nel chiuso delle stanze riservate, come si fa tra persone d’affari.

Non so se questa idea dell’urbanistica appartenga alle persone che rappresentano la maggioranza o se queste ne siano soltanto i portavoce inconsapevoli (nel qual caso farebbero bene a guardarsi da coloro a cui si affidano perchè ritenuti competenti) .

So che il senso e l’importanza dell’urbanistica è ampiamente sottovalutato da questa amministrazione, che non si rende conto della gravità di procedere “a vista”, senza un’idea programmatica, senza un progetto, come in un andare alla deriva. E una barca alla deriva, in mare, è in balìa dei predoni e dei corsari.

E so anche che i cittadini le cose le osservano, e pensano, e giudicano.

Non è vero che, come ha affermato spudoratamente Brandoni in Consiglio “tanto ai falconaresi delle centrali dell’Api non gliene frega niente!”

Non siamo noi cittadini, caro Brandoni, quelli del “me ne frego“.

A noi ce ne importa eccome della nostra salute e del nostro territorio. E se ne accorgerà, suo malgrado.

Carlo Brunelli

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