Alluvioni da scongiurare: slitta di almeno 3 anni la previsione sul reale avvio dei lavori per la realizzazione di due vasche di espansione a monte del territorio falconarese. Il diritto alla sicurezza dei cittadini e delle imprese falconaresi stritolato dal caos burocratico di Regione e Provincia.

Scritto il 29 Luglio 2016 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini, Consigli Comunali, Infrastrutture e Territorio, Salute e sicurezza

simbolialluvione-castelferreti-2006.JPGAl Consiglio comunale del 27 luglio u.s. si è discusso anche dell‘attuale situazione del reticolo idrografico minore costituito dai fossi presenti nel territorio comunale con l’intervento del Dirigente al Presidio Territoriale della Regione Marche – Ing. Stefania Tibaldi – e del Dirigente alla Tutela e valorizzazione ambientale della Provincia di Ancona, Ing. Massimo Sbriscia.

In sostanza: a che punto sono le opere per tutelare la sicurezza dei cittadini e delle imprese di Castelferretti, Fiumesino e Villanova e prevenire i rischi di nuove, devastanti alluvioni causate dall’esondazione dei fossi?

La problematica vede l’incrocio di tre fatti il cui risultato è il pesante ritardo delle soluzioni precauzionali:

1)      C’è un progetto e ci sono fondi stanziati per la realizzazione di due vasche di espansione a monte del territorio falconarese. Sembrava che si potessero appaltare i lavori ad inizio 2017.

2)      Recentemente la Regione Marche ha realizzato il Piano di Gestione del rischio di alluvioni per il controllo e la pianificazione degli interventi in ottemperanza alla Direttiva Alluvioni Europea.

3)      Il caotico passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione dettato dalla Legge 13/2015.

Così nel corso del Consiglio comunale la Consigliera FBC/CiC Lara Polita ha chiesto quali siano le tempistiche degli interventi riportati nel suddetto Piano regionale e cioè:

Ø  “la manutenzione e riprofilatura dell’alveo,

Ø  L’ abbassamento fondi ai ponti,

Ø  Il rialzo e vasca di laminazione sul torrente San Sebastiano;

Ø  la verifica, manutenzione e potenziamento tratti arginali Fiume Esino;

Ø  le opere di mitigazione del rischio idraulico del Fiume Esino;

Ø  le opere di sistemazione idraulica e riduzione delle criticità lungo i fossi San Sebastiano, Rigatta Cannetacci”.

Sempre nel Piano di Gestione del rischio di alluvioni, tra le criticità del fiume Esino, è evidenziatoil restringimento della sezione di deflusso dell’ultimo tratto del fiume nel tratto compreso tra il ponte ferroviario e il ponte della SS16, a seguito degli interventi di ampliamento della Raffineria API (sponda destra) e dalla presenza di una strada comunale (sponda sinistra) che hanno modificato notevolmente la sezione dell’alveo nel tratto della foce“.

 Le risposte degli ingegneri provinciale e regionale sono rimaste vaghe, sia sui tempi che sulle modalità di messa in sicurezza dei fossiha dichiarato la Consigliera Lara Polita, ed ha aggiunto:

Ho chiesto anche il motivo del declassamento di alcune aree a rischio alluvione che nel 2004 erano classificate R4. NIENTE! Non ho ricevuto risposta neanche riguardo all’eventuale interferenza del bypass ferroviario con la messa in sicurezza del fosso Rigatta! Infatti dal 1991, anno della prima alluvione, sono acclarati i rischi determinati dalla attuale situazione del fosso Rigatta tanto che anche studi fatti eseguire da API raffineria prevedevano di scolmarlo sul fosso Castellaraccia, cosa che avrebbe influito anche a sicurezza del depuratore. Come mai ancora non si è fatto nulla? Dobbiamo pensare che il progetto del Bypass ferroviario stia ostacolando la messa in sicurezza dei fossi?

Riguardo agli interventi in capo ai concessionari, e cioè Multiservizi, Anas, API raffineria e Aerdorica, i tecnici hanno risposto che vi sono stati molteplici tentativi di definizione degli obblighi, ma ancora non c’è nulla di risolutivo.

Ho sollecitato Provincia e Regione a non aspettare più e costringere i concessionari ad eseguire le opere necessarieha aggiunto Lara Polita,e ho sottolineato che sarebbe stata opportuna la presenza, non solo dei tecnici, ma anche degli Amministratori regionali e provinciali, visto che sono questi ultimi a stilare il piano degli investimenti. In conclusione ho l’impressione sconfortante che il caos burocratico ha allungato i tempi per la messa in sicurezza del territorio e, di fatto, ha allungato i rischi per la popolazione e le imprese. Tutto ciò poteva essere evitato se Provincia e Regione avessero riservato una corsia preferenziale a tutte le opere urgenti ed inderogabili di salvaguardia del territorio e delle popolazione durante il passaggio delle competenze previste dalla Legge 13/2015“.

Staff comunicazione liste civiche Falconara Bene Comune e Cittadini in Comune

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