Questione API: se la Famiglia Brachetti Peretti decidesse o avesse già deciso di uscire dal settore della raffinazione del petrolio quali sono i compiti della politica, degli amministratori, dei lavoratori e dei cittadini? Primo: la BONIFICA

Scritto il 10 Agosto 2012 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini, Economia e Bilancio, Energia e Ambiente

L’inceneritore del Sindaco Brandoni è la proposta irricevibile di un amministratore che fa finta di non conoscere la situazione sanitaria della città e continua a perseguire la logica dello spreco e della distruzione delle risorse iniziata con l’abbandono della raccolta porta a porta dei materiali di scarto e si concluderebbe con l’incenerimento!

Dunque non vale la pena farsi distrarre da un Sindaco che tende sempre a dividere la città per fazioni; meglio continuare a ragionare seriamente e riprendere il filo di un discorso sensato che unisca i falconaresi!

Mentre i tavoli si susseguono ma la loro separatezza (Regione/API – Comune/Sindacati) ci indica tutta l’inadeguatezza degli attuali amministratori ad affrontare il futuro dei lavoratori dell’API di Falconara M.ma, c’è la domanda che tutti si fanno ma continuano ad eludere:

se la Famiglia Brachetti Peretti decidesse o avesse già deciso di uscire dal settore della raffinazione del petrolio quali sono i compiti della politica, degli amministratori, dei lavoratori e dei cittadini?

De Luca della CGIL nazionale  ha recentemente riconosciuto che da due anni tutti erano a conoscenza che 5 raffinerie dovevano chiudere e tra queste l’API di Falconara.

Se ci deve essere uno sfoltimento di raffinerie è plausibile che ciò avvenga con una sorta di accordo tra i petrolieri … Crediamo che nessuno immagini una rissa tra i petrolieri per decidere a chi converrà uscire dal settore della raffinazione!

Ma tornando alla sostanza della dichiarazione del sindacalista vale la pena di ricordare che non solo CiC ma ogni amministratore pubblico della provincia di Ancona sa che già dal 2007 il Gruppo dei Saggi voluto dal Consiglio Regionale, dalla Provincia di Ancona, dal Comune di Falconara e nominato dalla Giunta Spacca aveva indicato un sensibile calo della raffinazione che avrebbe interessato e messo in crisi anche la raffineria API.

Per questo motivo, su mandato di Regione, Provincia e Comune, quel Gruppo pagato 238.000 € prefigurò scenari alternativi per il futuro produttivo ed occupazionale del sito.

Quelle indicazioni sono state tenute nascoste dentro i cassetti di Spacca, Casagrande e lo stesso Brandoni … e questo spiega la sparata dell’inceneritore!

Sono trascorsi 5 anni, un tempo che sarebbe stato sufficiente per avviare una o più alternative che avrebbero reso meno drammatico il presente ed il futuro.

Quello Studio degli Esperti ci offre, ancora oggi, qualcosa di utile perché parte dalla disillusione che dalla crisi della raffinazione si possa tornare indietro.

Oggi non ha senso sperare che prima chiuda la raffineria di Mantova per poter vivacchiare altri 2 o 3 anni.
La Famiglia Brachetti Peretti non ragiona così.

Il Gruppo API è una SpA a cui non possono interessare briciole di profitto dalla raffinazione del petrolio perché gli azionisti hanno investito denaro per avere dividendi sostanziosi, non spiccioli.

>La semplice commercializzazione dei prodotti finiti (raffinati altrove) darà garanzie di buoni dividendi ancora per diversi anni poiché sono praticamente bloccate le nuove generazioni di auto che non hanno necessità di idrocarburi o scarsa necessità.

Secondo CiC la Famiglia Brachetti Peretti ha lanciato segnali chiari riguardo a quale direzione intende prendere: la COMMERCIALIZZAZIONE di energia primaria (metano – sole – vento – biomasse) e secondaria (energia elettrica – combustibili autotrazione).

Se questi sono i segnali, per Falconara hanno deciso il rigassificatore (commercio del metano) la centrale termoelettrica (commercio energia elettrica) il deposito di carburanti (commercio combustibili autotrazione).
Che cosa significa tale scelta in termini di lavoro all’API, fermo restando che quello degli autrasportatori e navi/porto rimarrà invariato?

70 lavoratori al deposito – 17/20 alla centrale termoelettrica – 10/15 per il terminale LNG = 100/110 sui 380 lavoratori diretti e tanti saluti all’indotto!

Ma questo è il piano dell’Azienda!

La politica, i lavoratori ed i cittadini devono avere un loro PIANO da far valere, che metta insieme lavoro e salute.

E qui torna un argomento evidenziato dal Gruppo dei Saggi nel 2007 e che è l’inizio di un PIANO condiviso:

<< Forte accelerazione delle azioni di bonifica dei suoli >>… l’esatto contrario di quanto concordato l’11 luglio scorso tra Gruppo API e Regione Marche che derubricarono l’argomento a semplice  << realizzare azioni per la bonifica dell’area >>.

Dunque BONIFICA

per evitare sorprese future che ci potrebbero consegnare una nuova area contaminata come la ex Montedison,
perché è dovuta alla città di Falconara
perché per almeno 10 anni darà lavoro ai lavoratori diretti Api e a parte degli indiretti.

I tempi e l’occupazione della BONIFICA concedono ampi margini per programmare ed avviare anche nel territorio AERCA e a Falconara innovazione e produzioni legate alle energie rinnovabili che API Nòva Energia sa già fare.

10 anni per connettere il Gruppo API con le eccellenze presenti nelle Marche che già lavorano e innovano per una nuova mobilità affrancata progressivamente dall’uso dei combustibili fossili.

Mettere la BONIFICA del sito come inizio del cambiamento e non come conclusione della presenza del Gruppo API nell’area significherebbe avere il tempo di progettare e avviare COSA – COME e DOVE PRODURRE nel rispetto di tutti!
Staff Lista Civile Cittadini in Comune – Falconara Marittima

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