Rigassificatore API: all’interno della volontà inamovibile di realizzazione della Regione Marche c’era margine per fare qualcosa almeno di meno rischioso e che aprisse ad un futuro rinnovabile. Ma è stato impedito da Spacca, il monarca.

Scritto il 18 Luglio 2011 
Pubblicato su Comunicati Lista Cittadini, Energia e Ambiente

politica e foraggiatori La decisione di autorizzare il rigassificatore di API Nòva Energia è stata una decisione da “monarchia costituzionale”, voluta ad ogni costo dal Presidente Spacca, diretta dalle segreterie di partito e ratificata da una maggioranza trasversale del Consiglio Regionale priva di autonomia di giudizio e che ha mostrato conoscenze molto approssimative della problematica.
Quello che si è consumato in Regione ha posto un serio problema di come funziona la democrazia il quale, conseguentemente, ha condizionato il se, il come e il dove realizzare il rigassificatore.

Avere trascinato il progetto del rigassificatore come fatto esclusivo tra i tecnici di API Nòva Energia e i tecnici della Regione Marche, l’aver chiuso ogni possibilità di reale partecipazione del territorio – i 16 Sindaci e la Provincia, le categorie del turismo e della pesca, i cittadini – ha trascinato indietro di decenni la democrazia.

Questa regressione non ha permesso l’elaborazione di una ulteriore proposta, dopo la bocciatura di quella innovativa di Sunesis Ambiente che il movimento NO rigassificatori aveva proposto alle rappresentanze sindacali.

Ferma restando la nostra contrarietà al rigassificatore per la logica commerciale/speculativa nonché per i rischi tecnologici e ambientali, all’interno della volontà inamovibile di realizzazione della Regione Marche c’era margine per proporre e fare qualcosa almeno di meno rischioso e che aprisse ad un futuro rinnovabile, un qualcosa che fa parte dei doveri verso i cittadini di una Amministrazione pubblica:

  1. portare il rigassificatore ad oltre 50 km dalla costa, avvicinandosi un po’ ai parametri di sicurezza adottati negli Stati Uniti;
  2. far lavorare l’impianto di rigassificazione solo a ciclo chiuso, cioè senza utilizzo dell’acqua di mare e, dunque, ovviando al problema della sua sterilizzazione. Rigassificare a ciclo chiuso producendo il calore necessario con bruciatori a basse emissioni individuati dalle normative sulle Migliori Tecniche Disponibili dell’U.E.;
  3. rinunciare a costruire le megacentrali termoelettriche nelle Marche (API Falconara ed Edison Corinaldo) ma usare quel metano per alimentare piccole centrali a cogenerazione laddove servissero (distretti industriali deficitari) in base ad una valutazione condivisa tra Territori – Regione Marche – Aziende dei distretti. Piccole centrali costruite e gestite dalle Imprese del posto insieme ad API Energia, con fornitura del metano a costi concorrenziali rispetto agli attuali.
  4. Attuare il Piano Energetico Ambientale Regionale in stretta sinergia con le Aziende marchigiane che operano nei settori energetici in modo da passare – entro il 2020 – dalla attuale quota del 7,1% al 30,4% di fonti rinnovabili sia per produzione elettrica sia per la produzione termica (calore – freddo)! Soltanto per l’elettricità significherebbero 2.600 GWh da Fonti Energetiche Rinnovabili, cioè il 76% dell’elettricità che l’API vorrebbe produrre con la centrale termoelettrica da 520MWe.

L’obbiettivo del 30,4% da fonti rinnovabili – il cosiddetto burden sharing sanzionabile dalla UE qualora non fosse raggiunto – è quella ripartizione obbligatoria regionale dettata dalla UE e che il Governo centrale ritarda da oltre 2 anni bloccando, di fatto, la creazione di  migliaia di posti di lavoro in Italia.

Ritardo che sta penalizzando anche la crescita economica e l’occupazione nelle Marche trascinandoci verso sanzioni che pagheremo come cittadini!

Ritardo che il Presidente Spacca avrebbe dovuto contestare al Ministero dello Sviluppo Economico dato che la Regione Marche – con il PEAR – già possiede lo strumento per recepire il burden sharing!

Ma il Presidente Spacca invece di trovare la migliore mediazione per le Marche intere e per creare occupazione, non ha trovato di meglio che chiedere al Ministero “quanti rigassificatori sarebbero necessari in Adriatico”, accettando così la soluzione conveniente solo per i Brachetti Peretti!

Soluzione appiattita sulle miserevoli considerazioni energetiche di un Governo centrale palesemente ostile nei confronti delle fonti energetiche rinnovabili (FER), tanto da aver tentato il ritorno al nucleare!

Loris Calcina (gruppo di lavoro energia ambiente della Lista Cittadini in Comune – Falconara M.ma)

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