ESALAZIONI SU FALCONARA M. del 28 agosto: come mai la Polizia Municipale non ha assunto informazioni in raffineria API insieme all’ARPAM e ai VVF? E’ una disposizione del Sindaco Brandoni con delega alla Sicurezza quella per cui la Polizia Municipale controlla la veridicità delle segnalazioni dei cittadini piuttosto che effettuare sopralluoghi nei luoghi da dove potrebbero essersi sprigionate le esalazioni?

simboliSulla home page del Comune di Falconara M. c’è il comunicato dell’Amministrazione comunale del 29 agosto nel quale si apprende che l’Amministrazione “cerca di capire la provenienza e la causa che ha generato il fenomeno” di domenica 28 agosto. Ci domandiamo perché non lo abbia fatto subito, domenica 28 agosto, dato che per lo meno aveva home-page-comune-29ago-evidenziata.jpgla possibilità di conoscere od escludere la provenienza!

Infatti, se è vero come è vero che l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche e i Vigili del Fuoco di Ancona erano in raffineria API alle 12,31 del 28 agosto, come mai nessuna pattuglia della Polizia Municipale ha partecipato a quel sopralluogo?

Dopotutto è scritto sul comunicato dell’Amministrazione comunale che “gli agenti della Polizia Locale si sono relazionati di persona con i Vigili del Fuoco“.

Quando i VVF sono andati in raffineria perché avevano verificato che non c’erano fughe di gas in città, che cosa è accaduto alla pattuglia della Polizia Municipale?

Se si è relazionata di persona con i VVF, dovrebbe aver capito direttamente che non c’erano fughe di gas in città … Come mai la Polizia Municipale non si è recata in raffineria API insieme ai VVF per capire se da lì provenissero le esalazioni?

Anche perché se la responsabilità non fosse stata della raffineria API, la Polizia Municipale avrebbe potuto suggerire verifiche in altri potenziali siti!

Non ce la spieghiamo proprio questa “astensione” della Polizia Municipale dato che in altre occasioni in cui si erano diffuse esalazioni era entrata in raffineria API anche insieme all’ARPAM: per esempio il 1 settembre 2013, il 27 settembre 2015 … Come mai non l’ha fatto domenica 28 agosto 2016 (o almeno così sembra dal comunicato dell’Amministrazione comunale)?

Forse la ragione si evince dal comunicato stesso dell’Amministrazione comunale: “gli agenti della Polizia Locale sin dalla prima segnalazione telefonica dei cittadini hanno effettuato sopraluoghi e verifiche nei luoghi segnalati“.

Dunque le nuove disposizioni impartite alla Polizia Municipale dal Sindaco Brandoni – con delega alla Sicurezza – sono di controllare soltanto se i cittadini che segnalano le esalazioni dicano la verità facendo, appunto, sopralluoghi e verifiche nei luoghi segnalati?

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Alluvioni da scongiurare: slitta di almeno 3 anni la previsione sul reale avvio dei lavori per la realizzazione di due vasche di espansione a monte del territorio falconarese. Il diritto alla sicurezza dei cittadini e delle imprese falconaresi stritolato dal caos burocratico di Regione e Provincia.

simbolialluvione-castelferreti-2006.JPGAl Consiglio comunale del 27 luglio u.s. si è discusso anche dell‘attuale situazione del reticolo idrografico minore costituito dai fossi presenti nel territorio comunale con l’intervento del Dirigente al Presidio Territoriale della Regione Marche – Ing. Stefania Tibaldi – e del Dirigente alla Tutela e valorizzazione ambientale della Provincia di Ancona, Ing. Massimo Sbriscia.

In sostanza: a che punto sono le opere per tutelare la sicurezza dei cittadini e delle imprese di Castelferretti, Fiumesino e Villanova e prevenire i rischi di nuove, devastanti alluvioni causate dall’esondazione dei fossi?

La problematica vede l’incrocio di tre fatti il cui risultato è il pesante ritardo delle soluzioni precauzionali:

1)      C’è un progetto e ci sono fondi stanziati per la realizzazione di due vasche di espansione a monte del territorio falconarese. Sembrava che si potessero appaltare i lavori ad inizio 2017.

2)      Recentemente la Regione Marche ha realizzato il Piano di Gestione del rischio di alluvioni per il controllo e la pianificazione degli interventi in ottemperanza alla Direttiva Alluvioni Europea.

3)      Il caotico passaggio di competenze dalla Provincia alla Regione dettato dalla Legge 13/2015.

Così nel corso del Consiglio comunale la Consigliera FBC/CiC Lara Polita ha chiesto quali siano le tempistiche degli interventi riportati nel suddetto Piano regionale e cioè:

Ø  “la manutenzione e riprofilatura dell’alveo,

Ø  L’ abbassamento fondi ai ponti,

Ø  Il rialzo e vasca di laminazione sul torrente San Sebastiano;

Ø  la verifica, manutenzione e potenziamento tratti arginali Fiume Esino;

Ø  le opere di mitigazione del rischio idraulico del Fiume Esino;

Ø  le opere di sistemazione idraulica e riduzione delle criticità lungo i fossi San Sebastiano, Rigatta Cannetacci”.

Sempre nel Piano di Gestione del rischio di alluvioni, tra le criticità del fiume Esino, è evidenziatoil restringimento della sezione di deflusso dell’ultimo tratto del fiume nel tratto compreso tra il ponte ferroviario e il ponte della SS16, a seguito degli interventi di ampliamento della Raffineria API (sponda destra) e dalla presenza di una strada comunale (sponda sinistra) che hanno modificato notevolmente la sezione dell’alveo nel tratto della foce“.

 Le risposte degli ingegneri provinciale e regionale sono rimaste vaghe, sia sui tempi che sulle modalità di messa in sicurezza dei fossiha dichiarato la Consigliera Lara Polita, ed ha aggiunto:

Ho chiesto anche il motivo del declassamento di alcune aree a rischio alluvione che nel 2004 erano classificate R4. NIENTE! Non ho ricevuto risposta neanche riguardo all’eventuale interferenza del bypass ferroviario con la messa in sicurezza del fosso Rigatta! Infatti dal 1991, anno della prima alluvione, sono acclarati i rischi determinati dalla attuale situazione del fosso Rigatta tanto che anche studi fatti eseguire da API raffineria prevedevano di scolmarlo sul fosso Castellaraccia, cosa che avrebbe influito anche a sicurezza del depuratore. Come mai ancora non si è fatto nulla? Dobbiamo pensare che il progetto del Bypass ferroviario stia ostacolando la messa in sicurezza dei fossi?

Riguardo agli interventi in capo ai concessionari, e cioè Multiservizi, Anas, API raffineria e Aerdorica, i tecnici hanno risposto che vi sono stati molteplici tentativi di definizione degli obblighi, ma ancora non c’è nulla di risolutivo.

Ho sollecitato Provincia e Regione a non aspettare più e costringere i concessionari ad eseguire le opere necessarieha aggiunto Lara Polita,e ho sottolineato che sarebbe stata opportuna la presenza, non solo dei tecnici, ma anche degli Amministratori regionali e provinciali, visto che sono questi ultimi a stilare il piano degli investimenti. In conclusione ho l’impressione sconfortante che il caos burocratico ha allungato i tempi per la messa in sicurezza del territorio e, di fatto, ha allungato i rischi per la popolazione e le imprese. Tutto ciò poteva essere evitato se Provincia e Regione avessero riservato una corsia preferenziale a tutte le opere urgenti ed inderogabili di salvaguardia del territorio e delle popolazione durante il passaggio delle competenze previste dalla Legge 13/2015“.

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Il Sindaco di Falconara M. e le informazioni mancanti sull’incendio alla ditta Casali Srl del 17 luglio 2015 … Ovvero: non si informa e non informa, come se la ditta Casali non fosse a Falconara M.! Dopo una interrogazione e due accessi agli atti dei Consiglieri comunali di FBC/CiC, ancora non si sa nulla sulle cause dell’incendio, sullo stato dei sistemi antincendio e della sicurezza dell’azienda, sulla quantità e qualità del materiale bruciato!

senza-ric-sindaco.jpgAd un anno dall’incendio e dalle esalazioni diffusesi dalla ditta Casali Srl il 17 luglio 2015, il Sindaco di Falconara Marittima e l’Amministrazione comunale non conosce la relazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona intervenuta per domare le fiamme, ovvero, non conosce e non fa conoscere i risultati degli accertamenti fatti dai Vigili del Fuoco sulle cause dell’incendio, sullo stato dei dispositivi antincendio e della sicurezza in generale, sulla quantità e qualità del materiale bruciato.

Dalla cronistoria che documenteremo di seguito sembrerebbe proprio che al Sindaco Brandoni non interessi avere tutte quelle informazioni. Eppure la ditta Casali Srl è nel territorio che il Sindaco amministra, territorio in cui i cittadini sono circondati da industrie insalubri che il Primo Cittadino dovrebbe tenere sotto la lente di ingrandimento chiedendo e sollecitando ogni tipo di informazione alle Agenzie preposte ai controlli ambientali e sanitari e, certamente, anche ai Vigili del Fuoco quando intervengono per un’emergenza come quella del 17 luglio 2015.

Invece ecco che cosa è accaduto.

Il 18 luglio 2015 il Consigliere comunale di FBC/CiC, Riccardo Borini, depositò una INTERROGAZIONE dove si chiedeva, tra le altre cose, di conoscere la Relazione del Vigili del Fuoco.

Il 29 luglio 2015, rispondendo all’interrogazione di FBC/CiC, il Sindaco consegnò al Consigliere FBC/CiC anche la copia della lettera che Lui e l’Assessore all’Ambiente avevano inviato al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, al Prefetto di Ancona, alla Direzione Regionale dei VVF e al Centro Operativo Nazionale del VVF, guarda caso proprio il 20 luglio 2015, dopo che videro depositata l’interrogazione di FBC/CiC. Sindaco e Assessore chiesero di “conoscere se la ditta ha rispettato le norme di prevenzione incendi“.( Risposta ad interrogazione FBC/CiC ) ( Richiesta Sindaco e Assessore a VVF e Prefetto )

Sindaco e Assessore non ricevettero alcuna risposta, ma non si curarono più di sollecitarla!

Così il 7 marzo e il 21 marzo 2016 la Consigliera comunale di FBC/CiC – Lara Polita – ha chiesto con insistenza al Sindaco di sollecitare quella risposta da parte dei Vigili del Fuoco e di averne copia. Non solo: Lara Polita ha sollecitato il Sindaco a chiedere anche “la Relazione dove si valuta lo stato dei luoghi, il materiale coinvolto dall’incendio, le valutazioni sui livelli di sicurezza riscontrati, sulle cause dell’incendio, ecc.“. ( Richiesta FBC/CiC del 7 marzo 2016 ) (Sollecito FBC/CiC del 21 marzo 2016 )

Finalmente il 21 aprile 2016 il Dirigente della Tutela Ambientale del Comune – si badi bene NON IL SINDACO – ha scritto al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, alla Direzione Regionale dei VVF e, per conoscenza al Prefetto e al Sindaco di Falconara M. chiedendo riscontro alla richiesta del 20 luglio 2015 e al quella della Consigliera Lara Polita.

Il 2 maggio 2016 il Comandante Provinciale dei VVF di Ancona risponde al Dirigente comunale – NON AL SINDACO! – con un elenco delle attività della ditta Casali Srl soggette al controllo dei VVF e per le quali, al 2 maggio 2016, la ditta ne è autorizzata all’esercizio.

OK, MA QUAL’ERA LO STATO DEI LUOGHI, DELL’ANTINCENDIO, DELL’INTERA SICUREZZA DELLA CASALI IL GIORNO 17 LUGLIO 2015?

Sembrerebbe un dialogo tra sordi, ma facciamo molta fatica a credere che la Prefettura o il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco non abbiano chiaro e/o non abbiano relazionato sulle cause dell’incendio alla Casali Srl e sui livelli di sicurezza riscontrati.

Dal comportamento superficiale e incredibilmente disinteressato del Sindaco, che non ha firmato neanche le ultime richieste inviate, riteniamo possibili una delle due ipotesi seguenti: o il Sindaco di Falconara M. si è dimenticato di chiedere quella specifica Relazione riguardo all’incendio del 17 luglio 2015, oppure non ha ritenuto importante chiederla, non gliene importa niente. In una qualsiasi delle due ipotesi, da una parte il Sindaco di Falconara M. per l’ennesima volta trascura e non informa quando è implicata un’azienda insalubre del territorio che amministra, mentre dall’altra siamo in presenza di un nuovo buco nero per la sicurezza dei lavoratori, dell’ambiente e dei cittadini!

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Versamenti fognari in mare: la Consigliera comunale FBC/CiC Lara Polita invia una nota ufficiale al Sindaco di Falconara e a Multiservizi dove chiede di prendere in considerazione la realizzazione di vasche di prima pioggia a mezza costa.

senza-ric-sindaco.jpgQuanto abbiamo già dichiarato e scritto l’11 giugno scorso a proposito della necessità di prendere in considerazione la realizzazione di vasche di prima pioggia a mezza costa (vedi Mare e balneazione a Falconara M.: la Consigliera comunale FBC/CiC Lara Polita favorevole alle vasche volano possibilmente realizzate a mezza costa. Qualora con le vasche i calcoli idraulici non escludessero completamente versamenti in mare, Lara Polita concorda con un numero minimo di tubazioni che scarichino a 600 metri in mare. Ribadito l’obbligo della massima trasparenza nella gestione dei divieti di balneazione e del rigoroso rispetto dei criteri scientifici per stabilire il ritorno alla balneabilità! ) è oggetto della nota ufficiale che la Consigliera FBC/CiC LARA POLITA invierà in giornata al Sindaco di Falconara Marittima e a Multiservizi.

La possibilità della realizzazione delle vasche a mezza costa falconarese trova una conferma anche nelle recenti valutazioni espresse dal Sindaco secondo il quale la conformazione del territorio falconarese con la collina a ridosso della spiaggia determina una immediata velocizzazione dell’acqua piovana che dalla collina si convoglia in maniera massiccia nelle condutture del sistema fognario il quale, per non scoppiare, attiva gli scolmatori che riversano in mare.

Per questo Lara Polita sottolinea che Se queste argomentazioni hanno un fondamento – e non abbiamo motivo di dubitarne dato che sono state svolte dopo le numerose riunioni tecniche che il Sindaco ha avuto con Multiservizi e sembrano proprio figlie di precise valutazioni tecniche – ci chiediamo perché né Multiservizi parli della soluzione delle vasche a mezza costa né il Sindaco le ponga all’ordine del giorno.

E’ evidente che le vasche a mezza costa tratterrebbero l’acqua piovana per rilasciarla successivamente in maniera graduale evitando che le fogne a valle vengano aggredite in breve tempo dalla veloce e copiosa massa d’acqua.  Al contrario, le vasche di prima pioggia in spiaggia sarebbero meno efficaci a fronteggiare la grossa massa d’acqua piovana che scenderebbe velocemente dalla collina di Falconara“.

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La bozza del Piano di Sorveglianza Sanitaria sulla popolazione è stato redatto a settembre 2015 da ARS, ASUR e ARPAM! Le dichiarazioni dell’Assessore Astolfi sono prive di fondamento. Pubblichiamo i Verbali che inchiodano l’Assessore anche per i ritardi e l’incapacità!

simboliIn riferimento all’articolo pubblicato da Resto del Carlino in data 16/06/2016 relativo alla bozza del Piano di Sorveglianza Sanitaria sulla popolazione di Falconara interveniamo perché ci risultano false e frutto solo di un ego smisurato le dichiarazioni dell’Assessore Matteo Astolfi secondo il quale “il Comune ha redatto una bozza del Piano“.

L’unica bozza del Piano consegnata ai Consiglieri comunali, in realtà, è quella di ARS, ASUR e ARPAM e risale al 29 settembre 2015!

Lo dimostra il Verbale della Commissione consiliare del 29 settembre 2015  che pubblichiamo.

Inoltre da quel verbale e da altri documenti che pubblichiamo emergono sesquipedali errori di incapacità e ingiustificabili ritardi proprio dell’Assessore Astolfi, che ci fa sorgere seri dubbi se abbia la competenza di dare seguito al mandato del Consiglio comunale del 6 marzo 2014!

Ritardo 1: il 29 settembre 2015 (alle ore 15,30) si riunì per la quarta volta il Tavolo di Lavoro per l’avvio di un servizio di sorveglianza epidemiologica e sanitaria sulla popolazione del Comune di Falconara M. e comuni limitrofi (zona AERCA). Il Tavolo era gestito dall’Assessore Astolfi, unico rappresentante del Comune di Falconara M. I rappresentanti di ARS, ASUR e ARPAM consegnarono e illustrarono la bozza del Piano di Sorveglianza Epidemiologica. Nel Verbale è scritto che tutti i presenti (6 comuni AERCA su 9) concordano sulla necessità di procedere con i necessari atti di approvazione, il cui iter sarà meglio individuato e potrebbe consistere nella predisposizione di un atto di Consiglio comunale per tutti i Comuni dell’AERCA con successiva proposizione alla Regione oppure nella sottoscrizione di un Accordo di Programma tra i Comuni, la Regione e gli Organi tecnici“. Sono trascorsi 9 mesi e, a tutt’oggi, l’Assessore Astolfi non è riuscito a partorire neanche il testo di una delibera per il Consiglio comunale!

Inoltre è evidente che l’unica bozza conosciuta è di ARS, ASUR e ARPAM, altro che del Comune di Falconara!

Ritardo 2: Se l’Assessore Matteo Astolfi avesse fatto quello che doveva, a gennaio 2016 avremmo potuto conoscere “un primo report di sintesi pluriennale” su ricoveri e mortalità nella popolazione falconarese “con l’utilizzo dei dati sanitari correnti ad oggi disponibili“! Lo scrissero ARS, ASUR e ARPAM nel promemoria per l’incontro del 23 luglio 2015 sul Piano di Sorveglianza Epidemiologica AERCA svoltosi al Comune di Falconara M, presieduto sempre dall’Astolfi!

Incapacità: il 2 dicembre 2015, rispondendo ad una interrogazione dell’allora Consigliere FBC/CiC Riccardo Borini, l’Assessore Astolfi rispose che “i dati richiesti dal Comune in merito alle cause di morte e dei ricoveri non sono mai pervenuti” dalla Regione Marche nonostante la richiesta inviata di suo pugno il 15 aprile 2015 ad ARS, ASUR e ARPAM. Così il 21 marzo 2016 l’Assessore Astolfi ha inviato una nuova richiesta di accesso agli atti all’ARS ed alla Regione per conoscere quei dati.

Nella risposta del Direttore dell’Agenzia Regionale Sanitaria del 22 aprile 2016 , si evince che l’Assessore aveva inviato una richiesta confusa tanto che il Direttore, per deduzione, aveva intuito che l’Assessore si riferiva all’aggiornamento della Nota di Epidemiologia Descrittiva del 2011 della stessa ARS e dell’ARPAM!

L’Assessore ha impiegato 12 mesi per farsi capire mentre poteva semplicemente rileggersi le prime 4 righe della mozione unitaria votata da tutto il Consiglio comunale di Falconara M. il 6 marzo 2014 per capire che avrebbe dovuto chiedere l’AGGIORNAMENTO DELLA NOTA DI EPIDEMIOLOGIA DESCRITTIVA DEL 2011 REDATTA DA ARS E ARPAM! Non ha chiesto consiglio neanche alla moglie Presidente di Commissione, o anche lei non c’è “arrivata”?

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Mare e balneazione a Falconara M.: la Consigliera comunale FBC/CiC Lara Polita favorevole alle vasche volano possibilmente realizzate a mezza costa. Qualora con le vasche i calcoli idraulici non escludessero completamente versamenti in mare, Lara Polita concorda con un numero minimo di tubazioni che scarichino a 600 metri in mare. Ribadito l’obbligo della massima trasparenza nella gestione dei divieti di balneazione e del rigoroso rispetto dei criteri scientifici per stabilire il ritorno alla balneabilità!

CiC FBCDopo aver studiato il dossier di Multiservizi ed averne ascoltato i Responsabili, tra le varie ipotesi SIAMO CONTRARI alla cementificazione di quasi 2 km di spiaggia tramite vasconi in calcestruzzo di profondità 5 metri e larghi 4 metri che implicherebbero una movimentazione di circa 60mila metri cubi di materiale con un forte impatto sul mare e le attività economiche.

divieto-balneazione.jpgAuspichiamo modalità di intervento meno invasive: altre vasche come quella di Palombina Vecchia CI TROVEREBBERO D’ACCORDO SOLO IN ALTERNATIVA ALL’IMPOSSIBILITÀ DI REALIZZARE VASCHE A MEZZA COSTA. Quest’ultima, attualmente, è una soluzione non presa in considerazione ma le vasche a mezza costa sarebbero ottimali dato che non si interverrebbe sulla spiaggia. Dal punto di vista economico sia quelle a mezza costa che quelle in spiaggia sono economicamente le più fattibili e, quindi, rapide.

Se dai calcoli di contenimento delle vasche volano si ipotizzasse che comunque una parte delle acque potrebbe finire in mare, a quel punto la soluzione di un numero contenuto di tubazioni che portino quelle acque a 600 metri in mare sarebbe un costo e una soluzione affrontabile affinché la balneazione non sia compromessa.

Consapevoli della necessità e dell’urgenza degli interventi che cittadini e operatori economici pretendono è necessario aprire una “vertenza intercomunale” che porti al reperimento tempestivo delle risorse necessarie.

IN ATTESA DEGLI INTERVENTI I FENOMENI DI INQUINAMENTO VANNO GESTITI CON LA MASSIMA TRASPARENZA

In caso di intervento degli scolmatori la cittadinanza va informata in maniera chiara. La comunicazione deve essere fatta con tutti i mezzi disponibili, tenendo conto di quanto previsto dalla legge, che impone la massima trasparenza nella comunicazione e considerando il tipo di utenza. Chi informa le tante persone (anche straniere) che vanno nei tratti di spiaggia libera? Riteniamo insufficiente ed inefficace posizionare i divieti di balneazione ogni 150 metri come ha recentemente fatto il Comune di Falconara M. Gli avvisi andrebbero sistemati su bacheche fisse (in modo da scoraggiarne la rimozione) e nei punti di accesso alla spiaggia!

RISTABILIRE LA BALNEABILITA’ CON CRITERI SCIENTIFICI

Si auspica, a vantaggio di tutti, che l’inquinamento duri il meno possibile. La revoca dei divieti di balneazione non può però derivare, come tentato lo scorso anno dal Sindaco di Ancona “per decreto” (si fa riferimento all’ordinanza del 26/8/2015 con cui si dichiarò che dopo 24 ore dalla cessazione dello sversamento il divieto cessava). Su questo la Regione Marche attraverso il Servizio Tutela delle Acque ha fatto chiarezza dichiarando la necessità delle analisi da parte dell’ARPAM. E’ necessario individuare metodiche di analisi che diano risposte più veloci” per il ritorno alla balneabilità MA CHE RISPETTINO RIGOROSAMENTE CRITERI SCIENTIFICI E NON DI OPPORTUNITA’!

Staff comunicazione liste civiche Falconara Bene Comune e Cittadini in Comune

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